Tra il 12 e il 14 agosto le registe Maria Alba e Graziana Saccente presenteranno il cortometraggio “Hora – Una Storia Arbëreshë” – prodotto dallo scrittore Stefano Benni – nei tre comuni arbëreshë del Crotonese, San Nicola dell’Alto, Carfizzi e Pallagorio.
Il cortometraggio tratta la questione dell’identità italo-albanese, che è estremamente complessa e non completamente risolta e accettata. Storicamente, gli Arbëreshë sono la minoranza italo-albanese presente da più di seicento anni in Italia, discendenti dagli albanesi che soprattutto a partire dal XV secolo furono costretti a lasciare le proprie terre in seguito all’invasione ottomana.
Fino al secolo scorso le comunità arbëreshë custodivano ancora dei tratti distintivi che le caratterizzavano rispetto ad altre realtà del Meridione, ma negli ultimi sessant’anni molto è andato perduto: le parole contaminate, la ritualità cambiata, i luoghi dimenticati.
Nonostante questo, gli Arbëreshë rappresentano ancora oggi il più grande esempio di interculturalità in Italia. In un momento storico complesso del Paese, la storia della comunità Arbëreshë offre quindi la possibilità di pensare ad un modello realizzabile di convivenza pacifica e di integrazione tra culture diverse, preservando le identità plurali.
Attraverso l’esperienza diretta e le riflessioni della protagonista, il documentario offre un punto di vista più autentico e personale sull’evoluzione attuale di questa minoranza etnico-linguistica, tentando di andare oltre le riduzioni folkloristiche e le nostalgie arcaizzanti per indagare cosa significa “essere arbëreshë” oggi, con lo sguardo vòlto al futuro di queste comunità.
La protagonista Anastasia è nata a San Nicola dell’Alto, dove ha trascorso la sua adolescenza, ma vive a Bologna da quindici anni. Ogni estate affronta il suo lungo viaggio in treno per tornare a casa, attraversando l’Italia da nord a sud, tra cambi, coincidenze e conversazioni, quasi come un rituale sacro verso la propria terra.
Questa volta però Anastasia decide di condividere il viaggio con un’amica; inizia così un’avventura che la porterà ad aprire la sua interiorità e a riscoprire quel mosaico di culture che la contraddistingue.
Ma cosa significa Hora? «“Hora” è una parola arbëreshë che ha molti significati e che in italiano non trova una traduzione univoca» – spiegano le autrici – «“Hora” significa “Paese”, ma simbolicamente rappresenta anche il legame con le proprie origini.”».
Si inizia il 12 agosto a San Nicola dell’Alto, alle ore 21.30 presso l’Anfiteatro Comunale; si prosegue il 13 agosto a Carfizzi, alle ore 21 in Largo Skanderbeg e infine il 14 agosto sarà la volta di Pallagorio, alle ore 21, in Piazza Dante.