Nell’ambito dei 550 anni della morte dell’eroe nazionale Giorgio Castriota Scanderbeg, il museo della storia nazionale di Tirana aprirà da domani al pubblico la mostra “lo spirito arbëreshë nell’abbigliamento”.
Gli abiti e i vestiti che verranno esposti racchiudono la storia degli arbëreshë dell’Italia meridionale, descrivendo in questo modo l’anima di un popolo che ha una propria identità culturale. Gli arbëreshë sono la minoranza etno-linguistica albanese che da secoli e secoli è andata via dall’Albania per stabilirsi in italia: per definire la loro nazionale sparsa per l’Italia meridionale, utilizzano spesso il termine “Arbëria”. La mostra rifletterà i sette spostamenti principali di questa popolazione nel sud Italia, secondo determinati periodi.
A cominciare dalla prima migrazione (1416-1448) nella provincia di Catanzaro, per poi passare alla seconda (1459-1462) nella provincia di Avellino. La terza migrazione che verrà rappresentata, invece, è quella nella provincia di Cosenza (1468-1506), per poi passare a quella verso la provincia di Palermo (1532-1534), quella verso la provincia di Campobasso (1647-1664) e le ultime due, le quali hanno portato gli arbëreshë verso piccoli paesi delle province sopra elencate.
L’abbigliamento è uno status simbolo dell’ambiente sociale; esso, infatti, unisce e mette allo stesso livello popoli e persone. Bambole e modelli in miniatura, testimoniano la cultura arbëreshë: schematizzati e semplificati nella loro lavorazione, essi offrono agli etnologi un campo di ricerca sull’antico modo di vestirsi degli albanesi.
In particolare, l’abbigliamento della donna è sempre stato – nella storia del nostro popolo – un elemento d’orgoglio, soprattutto durante i momenti storici più buii e tristi. Questi abiti e vestiti hanno diverse funzioni e sono diversi tra loro, ed evidenziano lo stato e la classe sociale, l’età, la rappresentazione dell’orientamento religioso così come indicavano se una persona era celibe/nubile o sposato/a. Le bambole vestite in stile arbëreshë: portano alla luce un’immagine di pace e di fratellanza, di entrambi i popoli, le quali coste sono bagnate dallo stesso mare.