«L’alter ego di Tirana»

A cominciare dall‘800, Valona, con tutta la regione di Labëria a cui la Città fa da fulcro identitario, è stata riconosciuta e ha avuto un ruolo primario come importante centro di aggregazione patriottico.

Valona «la città democratica-rivoluzionaria: l'alter ego di Tirana»

Nel tempo ricerca della libertà, dell’indipendenza e della prosperità hanno spinto i patrioti a creare piccoli focolai di ribellione non soltanto alle invasioni straniere, ma anche ad ogni forma di imposizione nazionale o regionale.

Il momento più alto della coagulazione patriottica della storia di Valona è la data più importante dell’Albania, il 28 novembre 1912, giorno in cui proprio Ismail Qemal Vlora, insieme a delegati di varie parti del Paese, dichiarò l’indipendenza dell’Albania e come gesto simbolico innalzò la bandiera nazionale. Così Valona divenne la prima Capitale dell’Albania indipendente e la città della bandiera.

Da questo giorno è sempre ritenuta la vera capitale passionale dell’Albania, la città rivoluzionaria per eccellenza e l’alter ego di Tirana, la capitale burocratica.

A conferma della indole rivoluzionaria della città basti pensare al suo ruolo di netta opposizione ai poteri forti. Sarà da Valona che partirà quella che viene chiamata la «Rivoluzione democratica-borghese» del giugno ’24, in cui, con la guida del carismatico e letterato Fan Noli, si rovesciò il potere conservatore ed oscurantista dei notabili e dei signori feudatari a Tirana, in nome dei principi di uguaglianza, di libertà e democrazia, e di una equa riforma agraria. Durante la Resistenza, la città sarà il fulcro del movimento partigiano dove verranno create le prime brigate, tanto da meritarsi, come città nella sua interezza, la medaglia al valor militare.

Aspetti culturali: mentalità e rappresentazioni che troverete

Città vera

Valona nonostante sia stupenda, tanto da essere definita per il suo tramonto mozzafiato “la perla del mediterraneo”, in verità non è mai stata una «città turistica», nel senso negativo di questa espressione. Questo perché la città non ha smesso di considerarsi una capitale e i suoi cittadini si riconoscono piuttosto nel ruolo identitario e politico di spicco della propria città.

Estranei alle dinamiche del turismo, schietti e autentici, i Valonesi difficilmente cercheranno di ammaliare il viaggiatore per vendergli qualsiasi cosa, ma lo accoglieranno con l’ospitalità albanese più genuina e ancestrale, chiamandolo con lo stesso epiteto che usano tra loro: “vlla”, fratello.

Tra i quartieri della città il visitatore troverà non souvenirs, ma la vita vissuta. Per tali ragioni Valona è una meta molto apprezzata da un tipo di turismo “alternativo” occidentale, che cerca l’autenticità e rifugge le pratiche consumistiche. Per dirla diversamente: «è quel tipo di città dove uno si sente ancora un viaggiatore e non un semplice turista».

Laicismo

Come sosteneva Indro Montanelli nel suo Albania una e mille, Valona è sempre stata, insieme a Scutari, la città albanese più legata al progresso occidentale. Rispetto alla città del nord –cattolica e musulmana –, Valona però si identifica con la sua anima laica, rivoluzionaria e democratica, lontana soprattutto dall’orientalismo ottomano. Nella moschea del centro, durante la preghiera, non si trova più di una manciata di credenti, di certo molti meno di quanti frequentano le moschee di Milano.

Parolaccia ed egocentrismo

Un aspetto fondamentale che contraddistingue i valonesi e in cui essi si riconoscono orgogliosamente è la loro grande proprietà di linguaggio ed essere gli unici (oramai) a parlare un albanese corretto e per così dire “virile”.

Tipiche della cultura cittadina sono l’ironia espressa spesso sotto forma di battute salaci e la parolaccia, l’uso variopinto e colorito delle parole sporche, che si traduce in un vanto con dignità quasi letteraria per la città. Qualità come queste sono tipiche di molte città “capitali”, come in Italia Roma e Firenze.

Valona però, per azzardare un paragone, presenta piuttosto una sintesi fra lo spirito di una città del progredito Nord italiano, prendiamo: Genova, e la cultura popolare romana o toscana. Insomma, se volete imparare le parolacce albanesi, chiedete solamente a Valona!